Rientro in appartamento e mia figlia più grande mi avvisa
che proprio davanti casa c’è una situazione molto insolita.
Una persona si trova sopra il cofano di un’auto e una donna
cerca di farlo scendere, inoltre l’autista ha spostato l’auto un paio di volte
con la persona sopra.
Mia figlia è turbata, la rassicuro e dopo aver visto dal
balcone la scena vado a controllare di persona.
Mentre mi incammino, prego dentro me stessa chiedendo agli
angeli di assistermi di portare sollievo e risoluzione senza in nessun modo
aggravare la già precaria situazione.
In mano porto il telefono, da poco mi è arrivato quello
nuovo, speriamo resista per tanti anni, non sono riuscita a passare quasi
niente dei vecchi dati che avevo.
La situazione si svolge proprio davanti al palazzo dove
siamo in vacanza al mare per qualche giorno.
La nonna è andata in spiaggia con Aronne in modo che non
vedesse ciò che stava accadendo, invece Ella e Amo sono in appartamento che mi
aspettano con Isa e Ago, per poi uscire anche loro.
Arrivo all’auto e chiedo cosa c’è che non va.
Un ragazzo è seduto sul cofano dell’auto che urla ad una
donna lì vicino che lo prega di scendere e di smettere di gridare.
La donna è la madre.
Il ragazzo è in uno stato evidente di grande rabbia. Lamenta
che la sua infanzia è stata orribile, che i genitori non l’hanno amato e non lo
amano, mi ha elencato tutte le mancanze dei genitori, le fragilità e i limiti
senza nessun ritegno.
La mia unica risposta è stato dirgli di trovarsi un lavoro
ed uscire di casa se non si trovava bene in quell’ambiente. Questa cosa gli e
l’ho ripetuta più volte, chiedendogli di finire di fare quel teatro perché i
miei bambini e molte altre persone, si
stavano spaventando a vedere una scena simile.
Con la madre, sono bastati pochissimi attimi per capirci, ho
letto tutto il suo dolore, la sua fatica e quanto si sentisse in difficoltà.
Il padre è sceso quasi subito dall’auto per allontanarsi e
portarsi le chiavi della stessa con se, per sicurezza.
All’interno della vettura c’era un’altra persona, una
giovane ragazza: la sorella, più piccola di un solo anno, che cercava di
“nascondersi” evidentemente turbata da tale scena.
La madre mi accenna che erano appena scappati dal mare
perché il ragazzo, Andrea, si era messo a fare una sceneggiata e loro si
vergognavano di tale situazione.
Fermate i giudizi!!!
Qui non c’è nessun carnefice e nessuna vittima.
Con Andrea non si riusciva a comunicare perchè era
completamente preso dalla sua rabbia, ho chiesto alla madre di allontanarsi con
me di pochi passi per fare due parole tra noi e subito il ragazzo è sceso
dall’auto inseguendoci e cercando ancora attenzioni.
Alla madre ho comunicato tutta la mia solidarietà in una
situazione di grande fatica e dolore, al padre lo stesso ho fatto tanti auguri
ed ho detto di farsi coraggio.
Piano piano mi sono allontanata e loro sono rimontati in
auto e poi sono ripartiti.
La situazione è così rientrata.
Tornata in casa ho parlato con i miei figli più grandi, ho
raccontato loro ciò che era successo. Soprattutto ho cercato di raccontargli le
mie emozioni nel vivere per un attimo una situazione tanto difficile e tanto
diversa dalla mia.
Ho raccontato loro cos’ho letto negli occhi di quella madre
ed ho cercato di filtrare il padre che spesso non viene compreso e spesso
appare lontano, assente ma invece cerca di fare quello che può allontanandosi
per ridurre le tensioni e spezzare un equilibrio magari malsano.
Ho parlato molto di questo ragazzo di ventun anni che dopo
poche parole ho compreso avesse delle “fatiche”. La fatica che lo rendeva così
irritabile, così strano e teatrale in ricerca di continue conferme d’affetto
era il fatto di non accettare i limiti dei suoi genitori e di restare fermo nel
passato.
Questo Andrea, siamo tutti noi che in maniere differenti ci
fermiamo al passato criticando ciò che altri hanno fatto e soprattutto hanno
sbagliato e non vogliamo vedere ciò che ORA NOI POSSIAMO FARE/
CAMBIARE.
Questo post finisce qui con un amaro in bocca e con la
consapevolezza che l’altro sono io.
Il mio mantra o giaculatoria come preferite chiamarla è:
IO SONO TE
TU SEI ME
NOI SIAMO AMORE
Bea
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